ROMA - Non sarà il controllo di massa ventilato da una parte dal presidente dell’Asp (agenzia regionale per la sanità) Lucio D’Ubaldo e dal Codacons. Ma l’esito di ieri dei controlli sui neonati passati dal nido del Policlinico Gemelli costringerà, probabilmente, ad ampliare la forbice. Si era partiti per fare i test solo ai 1.271 bimbi nati fra marzo e luglio. Quando ci si è accorti che c’erano numerosi neonati di marzo positivi, si è deciso di richiamare anche quelli di febbraio. Doveva essere il confine del periodo finestra del contagio, ma ieri si è scoperto che cinque neonati di febbraio sono positivi al test della tubercolosi. Quasi scontato che ora, in forma cautelare, si richiamino anche i neonati di gennaio. Attenzione: non c’è ancora una conferma ufficiale. Ma appare assai probabile che si debba andare oltre a febbraio per una ovvia forma di cautela. I dati diffusi ieri (riferiti a parte dei test di venerdì e a tutti quelli di sabato) hanno complessivamente (compresi i cinque di febbraio) aggiunto diciotto casi di positività. Questo significa che ora i bimbi contagiati sono 52. Non va dimenticato, poi, che al Bambino Gesù è ricoverata una bimba di cinque mesi, nata al Gemelli, malata di tubercolosi polmonare, ma ancora non è dimostrato il collegamento con il caso dell’infermiera.
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